Eccomi al primo articolo di questo blog e proprio perchè siamo all’inizio, vorrei infrangere una certezza, almeno siamo sinceri fin da subito tra di noi: il talento non esiste.
Sconvolto? Ti spiego perchè partendo dalla definizione che la Treccani rilascia per la parola talento:
talento talènto1 s. m. [dal lat. talentum, e questo dal gr. τάλαντον]. – Nella Grecia antica, unità di misura di massa e peso, corrispondente a 60 mine e a 6000 dramme; il suo valore, e quindi il peso in metalli, variò secondo i luoghi e i tempi.
Come vedi anche tu, la definizione non fa riferimento al talento come lo intendiamo noi e cioè come “predisposizione naturale a…”. Ma quindi perchè in tanti parlano di talento riferendosi alla bravura di alcune persone in un determinato campo?
Sembra che la definizione moderna di talento nasca da una parabola (Mt 25,14-30) in cui un uomo, prima di partire per un viaggio, affida le sue ricchezze ai suoi tre servi. Due di questi decidono di far fruttare ciò che gli era stato dato, mentre il terzo decide di proteggere e nascondere quanto ricevuto; il padrone, una volta rientrato, ha ritenuto opportuno premiare i primi due e punire il terzo.
Il talento (all’epoca la ricchezza data ai servi) è diventato nel tempo sinonimo di qualcosa che ti viene regalato e che devi assolutamente sfruttare.
Credo che anche tu veda, in questa visione di talento, qualcosa che non funziona:
- da una parte la pressione di dover coltivare un interesse anche quando non ci interessa perchè è “un peccato sprecare un talento così”;
- dall’altra parte, il sentirsi già svantaggiato quando si vuole intraprendere un percorso in cui sembriamo non predisposti.
Molti studi negli ultimi anni hanno dimostrato che, con l’allenamento giusto, ognuno può raggiungere un determinato obiettivo. Non voglio dire che “se vuoi, puoi” perchè oltre alla perseveranza e al desiderio, servono anche molte risorse e sappiamo bene che non partiamo tutti dallo stesso livello. (Di questo magari ne parleremo più avanti).
Quello su cui vorrei che ti concentrassi quando pensi di non riuscire ad organizzare meglio le tue giornate o i tuoi spazi: serve allenamento!
Ci sono tecniche, strumenti, libri e pratiche che, inseriti nella tua quotidianità, ti aiutano ad essere più organizzato. Nessuna bacchetta magica o leggi assolute che si possono applicare a tutti i casi, ma con tanta consapevolezza e un po’ di esercizio, anche tu puoi essere più organizzato.
Attenzione!!! L’organizzazione non è un atto dovuto, ma una necessità! Ogni professional organizer crede in alcuni valori che applica nella propria quotidianità e nel proprio lavoro ma non è una verità assoluta: l’organizzazione, per essere sostenibile nel tempo, deve essere una richiesta che viene da te.
Un cassetto disordinato non è per forza più scomodo da utilizzare rispetto a uno ordinato; non avere una routine definita non significa perdere il controllo delle proprie giornate e così via. Tutto deve partire da te e dalle tue sensazioni: se senti di aver bisogno di fare chiarezza, fisica e mentale, allora l’organizzazione può essere uno strumento utile!
Come fare? In ogni articolo del blog condividerò uno strumento o una pratica per me utile ad essere più organizzato. Nel frattempo puoi contattarmi per una chiacchierata senza impegno e poi deciderai se lavorare insieme!
Vuoi dirmi la tua sul talento? Lascia un commento all’articolo!
A presto,
Sara