Questa settimana volevo scrivere un articolo pratico che parlasse di uno strumento utile a tutti per organizzare meglio la propria quotidianità, ma alcuni fatti di cronaca mi hanno fatto cambiare idea e preferisco parlarti del fatto che hai tante possibilità diverse davanti a te tra cui scegliere.
Fin da quando siamo nati ci hanno insegnato che ci sono cose giuste e cose sbagliate.
Per molti versi capisco la necessità dell’uomo e della società di dare un’etichetta a ogni cosa e posizionarla nella colonna dei “buoni” o in quella dei “cattivi”; aiuta a capire come comportarci, ci da delle linee guida generali utili per instaurare il rapporto con l’altro e così via.
Il problema è che questa dicotomia continua poi a caratterizzare tutta la nostra vita e quotidianità anche quando, diventando adulti, possiamo scegliere in base alle nostre esigenze.
Quanto spesso non fai un cambiamento perchè sembra “sbagliato”? Quante volte ti sei chiesto cosa penserebbero gli altri dei tuoi progetti? Ti sei mai fermato davanti a un passo decisivo verso ciò che desideri perchè hai pensato di non avere le risorse adeguate?
A me è capitato spesso e per tanti anni ho accettato una realtà che mi andava stretta e in cui sentivo di non poter esprimere il mio potenziale, ma ogni volta che pensavo a come cambiare le cose, nulla mi sembrava giusto e, non avendo l’appoggio di nessuno, avevo la sensazione che quella strada fosse errata.
Niente di più sbagliato e non perchè “se vuoi, puoi“, ma perchè non c’è una sola strada. Probabilmente quella che vorremmo davvero non è percorribile immediatamente, ma le alternative ci sono e se vogliamo cambiare una situazione possiamo farlo o possiamo cambiare noi rispetto ad essa.
Senza trattare di massimi sistemi e di situazioni limite mi piacerebbe che capissi la differenza tra: “non c’è alternativa” e “posso alleggerire la mia realtà e stare meglio”. Lo so, sembra più una questione psicologica e ti confermo che una buona parte la fa la nostra mente, ma anche l’organizzazione è un’ottima alleata per cambiare qualcosa che ti fa sentire sotto pressione.
Provo a farti qualche esempio pratico, magari puoi immedesimarti in alcuni di essi.
Sei un freelance e a un certo punto la tua attività si evolve talmente tanto che ti sembra di perdere il controllo di tutto. Sicuramente comprendere e organizzare tutto quello che devi fare in base alle priorità ti aiuta a dipanare la nebbia che si è formata nella tua mente e puoi agire per gradi in modo da riprendere le redini della tua attività e capire cosa puoi delegare, cosa non serve più e su cosa invece devi investire.
La regola dei due minuti di David Allen oppure la matrice di Eisenhower sono solo due esempi di alleati per gestire le propria attività e da cui puoi attingere per riuscire a riportare quella tranquillità che ti serve per riorganizzare la tua attività.
Spesso nelle aziende si fanno molti investimenti per cambiare strategia, trovare nuove risorse e strade per avere successo. Ci si concentra spesso anche sul benessere dei propri dipendenti cercando il giusto equilibrio tra gli interessi delle persone e quelli aziendali. A volte però il cambiamento è difficile da far digerire a chi porta avanti il lavoro pratico quotidianamente perchè biologicamente siamo predisposti alle abitudini e qualcosa che conosciamo è più semplice di uno strumento o una visione nuova.
Affiancandosi a professionisti dell’organizzazione è più facile trasmettere il cambiamento perchè un’azienda è fatta di persone che sono diverse le une dalle altre e che non vivono solo di lavoro: alleggerire la quotidianità a casa, aiuta ad affrontare meglio un periodo stressante in ufficio; scoprire strumenti e semplici tecniche di organizzazione sul lavoro permette di essere più efficienti e sentirsi meno sopraffatti dalle varie comunicazioni; introdurre un cambiamento in base alle abitudini di lavoro di un team aiuta a essere più efficienti in meno tempo.
Questi sono solo alcuni esempi di quello che può fare l’organizzazione e tutto è giusto o sbagliato in base alla propria realtà. Quello che mi piacerebbe che capissi è che “si è sempre fatto così” è solo una scusa per non cambiare e mettersi in gioco: legittima, ma una scusa.
Le possibilità ci sono e sono molte, basta voler fare il primo passo!
Come sempre, grazie per avermi letto e per qualsiasi confronto puoi scrivermi a info@saracecchetti.com o commentare questo post.
A presto!
Sara